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   Cima dei Preti, cresta nord (via dei Triestini), 27/09/2009
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Onicer  al   
Regione  Friuli Venezia Giulia
Partenza  Val Cimoliana, parcheggio Pian Fontana (940m)
Quota attacco  2300 m
Quota arrivo  2706 m
Dislivello  550 m
Difficoltà  PD+ / II ( II obbl. )
Esposizione  Nord
Rifugio di appoggio  Casere Laghet de Sote e de Sora
Attrezzatura consigliata  20 metri di corda e due cordini/fettucce lunghi
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Tutte le descrizioni che si trovano della via sono entusiastiche e sono finalmente felice di unirmi al coro, grazie a Marco che, abitando a Trieste, non ha potuto esimersi dall’accettare la proposta di farla. Tra l’altro, si e’ portato dall’alba al tramonto come zavorra una pesante videocamera per realizzare il filmato su http://www.youtube.com/user/videoavventura, dove il sottoscritto e’ il solo attore protagonista. Per quanto sia un assiduo frequentatore dei colossi dolomitici dall’altra parte del Piave, piu’ alti di un mezzo chilometro, continuo ad essere impressionato dalla grandiosita’ della Cima dei Preti da ogni versante.

Oltre che sulla Guida CAI-TCI Dolomiti Orientali II, la via e’ relazionata sulla prima delle guide di Paolo Beltrame e da Daniele Pozzati su http://www.montialpago.it/triesti.htm. Come sempre, per gli eventuali interessati, qui cerco di sottolineare alcune osservazioni importanti e aggiungere ulteriori informazioni che potrebbero essere utili, premettendo che qui il cellulare (almeno TIM) non prende quasi mai e quindi potrebbe essere impossibile tenere aggiornati eventuali interessati sulla vostra posizione fino ad arrivare a Cimolais paese, probabilmente con buio pesto.

Primo, per l’avvicinamento e’ vivamente raccomandabile salire dalle Casere Laghet, anche se lo sviluppo e’ maggiore, perche’ cosi’ si cammina su un comodo sentiero sino a poco sotto l’attacco (per il resto della giornata, addio sentiero fino a poco sopra la macchina ...).

Secondo, la cresta subito dopo il pittoresco foro e’inizialmente elementare ma termina in un salto, quindi bisogna stare su una cengia poco attraente sul lato destro (ovest).

Terzo, i due tratti dati di III da Pozzati a nostro avviso sono al massimo di II+. Il primo e’ su roccia compatta, ma attenzione a prenderci la mano, perche’ io su 15 metri sono riuscito a fare saltare due appoggi (graziato dal regista che non l’ha mostrato nel montaggio finale!). Il secondo e’ il traverso sotto il tetto, unico passaggio in cui secondo noi e’ opportuno legarsi. (Tra l’altro a me sarebbe venuto da salire dritto sulla destra del filo, dato che il traverso e’ molto poco attraente, finendo pero’ temo su del III su roccia marcia.) Per fare una sosta decente con un cordino, a noi e’ sembrato che bisognasse mettersi circa 20 metri sotto il traverso (in altre parole, addio protezioni intermedie ...). Tenere comunque presente che appena girato lo spigolo la parte delicata e’ finita (lo si vede solo quando lo si gira) e, come detto dalle relazioni, c’e’ uno spuntone perfetto per il recupero.

Quarto, dopo il traverso tornare sul filo e seguirlo fino in cima, evitando di fare come noi che, in barba alle relazioni, abbiamo preso una cengia con ometto che portava in mezzo ai guai (l’abbiamo presa contromano, l’ometto dovrebbe essere per chi deve andare sul filo di cresta uscendo dalla parete nord-est) e siamo ovviamente dovuti tornare indietro.

Dulcis in fundo, una volta in cima essere coscienti del fatto che, dei 1700 metri che mancano alla macchina, i primi 1500 sono su terreno facile ma costantemente delicato e con percorso non molto evidente, con continua perdita del segnavia (piu’ volte, dopo essersi chiesti se si e’ persa la via, si vede il segno solo quando ci si e’ sopra e non si capisce come si debba proseguire). Delle due alternative di discesa quella per la Forcella dei Cacciatori e’ forse un po’ piu’ lunga ma piu’ varia, anche con il problema del superamento della terminale per accedere ad un nevaio permanente (a circa 2000 metri di quota!).

Foto 1: la cresta vista dalla fine del sentiero comodo, con la forcella di accesso (in realta’ da un foro) sulla destra e la cima sulla sinistra.

Foto 2: la scomoda cengia iniziale con il salto che interrompe il primo invitante tratto di cresta; il puntino giallo e’ il casco di Marco, che non si sta divertendo al momento.

Foto 3: l’ultimo tratto di cresta; se la definizione fosse piu’ alta si vedrebbero due omini ai due lati del traverso chiave della via.

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