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   Tre Confini e Sasna, 16 Marzo 2003
Una concomitanza di coincidenze mi lasciano progettare per questa volta una gita in solitaria. Il tempo è bello, le condizioni sono sicure, la neve fresca di ieri dovrebbe consentire una bellissima sciata...non resta che scegliere l'itinerario. Il dito cade sul Pizzo dei Tre Confini da Lizzola. Amici che l'avevano fatto (il Rob e il Vito) mi raccontavano di una bellissima e lunghissima gita con altrettanto bella discesa. TOK TOK, aggiudicato!
















Parcheggio all'inizio della pista da sci di Lizzola, così da poter gustare fino in fondo la discesa al ritorno. Percorro la stradina ottimamente innevata che si addentra nella Piana di Lizzola. La neve va man mano diminuendo verso il fondo della spianata, fino a quando, giunti al traverso roccioso attrezzato con catena, è necessario spallarli. Il ghiaccio sulle rocce mi sveglia dal torpore della fin li tranquilla passeggiata. Continuo scinspalla per 15 minuti, poi, ritornato il percorso in favorevole esposizione, mi fermo un attimo ad ammirare il Vigna Soliva alle prime luci e ricalzo gli sci per superare un tratto facile seguito da un ripido canale, reso faticoso dallo strato di neve fresca che lo ricopre. Ecco le Baite di Sasna. Li sulla destra una coppia di runner hanno appena tracciato la pista che conduce al Passo Sasna. Senza fermarmi, seguo la marcatissima traccia sulla sinistra, che superando un lungo tratto in diagonale, mi conduce all'interno del bel vallone che sale verso la "spalla del tre confini", punto d'arrivo per il 90% degli scialpinisti presenti. Chiedo ad uno di loro se siamo in cima, anche se il tempo impiegato per arrivarci mi lascia molto perplesso, e questi mi indica la vera vetta, ancora, a suo dire, molto lontana. Anche da qui comunque, si gode di un buon panorama...(foto Presolana)...ma voglio assolutamente la vera cima. Riprendo la marcia con uno scomodissimo mezzacosta alla volta del ripido pendio che sbarra il vallone. Al termine di esso, sotto delle roccette, vedo degli sci depositati. Sopraggiunge uno scialpinista in discesa dalla cima, compie un'acrobatica curva ma cade e si ferma sulle roccette prima di precipitare nel pendio sottostante...per un attimo mi si gela il sangue, "Tutto OK?", gli domando. "Si, si...", mi risponde, con malcelata palpitazione. Arriva un suo (presumo) amico e lo incoraggia, poi mi consiglia di proseguire a piedi lungo la cresta. Non avevo dubbi in proposito, la mia tecnica non mi consente "acrobazie" di sorta. Calzo i ramponi e raggiungo facilmente la campana di vetta. In realtà la cima è raggiungibile anche con gli sci, ma si tratta di soli 70/80 metri che in discesa non sarebbero stati entusiasmanti, su percorso obbligato e in quasi continua derapata. Tre ore e quaranta minuti...alla faccia della "lunghissima gita". Il Gleno visto da qui è stupendo! Ritorno agli sci e comincio quella che sarà una stupenda discesa su neve trasformata, alternata a zone polverose su fondo duro nei versanti meno assolati. Le gambe a tratti reclamano pausa, e mi ricordo che in effetti non ho ancora effettuato la sosta ricostituente...
Giunto alle Baite di Sasna, scendo nell'ampia conca sottostante e mi concedo un meritato riposo, prima di ricalzare le pelli per affrontare l'ultima risalita al Passo Sasna. La traccia adesso è molto ben battuta, ma gli ultimi metri, ripidi, sono comunque molto faticosi. Dal passo, seguendo la dorsale raggiungo dapprima il monte Crostaro, dal quale è ben visibile l'itinerario nel tratto Baite di Sasna - cima del Tre Confini. Adesso la cima del Sasna è a due passi alla cima del Monte Sasna. Da qui il Coca e il Redorta offrono il meglio di se. Avvio la discesa: la neve sulla cresta è dura, i tratti sciabili non sono molti, fino a quando questa si allarga a mo' di spallone. Cambia esposizione e cambia musica: adesso il pendio è aperto e ripido, ricoperto da 15/20 cm di farina su fondo trasformato... una sciata sensazionale che avrebbe meritato gambe più fresche per essere goduto appieno. Raggiunto il ripido bosco finale, percorro il canalino "da paura" tutto radici e sassi. Tolgo gli sci per pochi minuti, poi si riprende la discesa che, ormai, volta al termine. Raggiunta la pista intravedo li in fondo il fedele Panda. Mi attende sorridente. La compagnia dei bambini giocosi sotto uno splendido sole gli ha giovato, almeno quanto la soddisfazione per me di una splendida giornata senza limiti e/o tabelle da rispettare!



Partecipanti: solo
by Domonice