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   Gran Zebrù/Köenig Spitze, Cresta NW (Suldengrat)
Zona Lombardia - Ortles Cevedale
Partenza Valfurva (località Forni)  (2172 m)
Quota attacco 3200 m
Quota arrivo 3859 m
Dislivello 650 m Il dislivello totale comprensivo dell'avvicinamento è di circa 1950 m
Difficoltà D- ( pendenza 60° / III+ in roccia )
Esposizione in salita Nord-Ovest
Rifugio di appoggio Rif. dei Forni, Rif. Pizzini, Rif. VAlpini-Bertarelli
Attrezzatura consigliata Piccozza, ramponi, corda, casco, 1 vite da ghiaccio, qualche protezione veloce e cordini
Orario indicativo 4/5 ore per l'avvicinamento e da 2 ore e 30' a 4 ore per la via
Periodo consigliato Giugno-Settembre
Descrizione Accesso 1:
Da Bormio seguendo la SS 300 si raggiunge Santa Caterina Valfurva m 1734 (Km 12.6), da dove si segue la stretta strada asfaltata che inoltrandosi nella Valle dei Forni conduce al parcheggio posto nei pressi dell’Albergo Ghiacciaio dei Forni (2172 m).

Accesso 2:
Da Bormio imboccare la Valfurva e giunti all’abitato di San Nicolò Valfurva deviare a sinistra per la Val Zebrù (segnaletica) raggiungendo la frazione Madonna dei Monti dove si parcheggia l’auto nel parcheggio prediposto all’ingresso della valle.

Generalmente la base di partenza per questa salita è il Rifugio V Alpini Bertarelli, posto in alta Val Zebrù a 2877 m, ma l’approccio dal versante dei Forni può presentare degli indubbi vantaggi anche se obbliga ad un avvicinamento notturno più lungo e laborioso.
Tempi e dislivelli, almeno per l'avvicinamento, sono relativi alla salita dalla località Forni

Se si opta per l'approccio classico dal Rifugio V Alpini, l’accesso al rifugio avviene percorrendo una delle valli più suggestive del Parco Nazionale dello Stelvio, la Val Zebrù, che purtroppo ha un unico difetto, quella di essere veramente lunga, soprattutto al ritorno da un’ascensione!
Da Madonna dei Monti, seguendo la strada sterrata ci si porta alla località Tre croci (1610 m), da qui seguendo la comoda carrareccia che percorre interamente la valle si raggiunge la Baita del Pastore (2100 m circa). La strada si fa ora più ripida e rapidamente si guadagna quota raggiungendo il termine della carrareccia, in corrispondenza della partenza della teleferica che serve il rifugio: Da qui è ora ben visibile il rifugio che spicca in alto su un contrafforte roccioso. Si prosegue lungo un sentiero che attraverso ghiaie (neve sino a Luglio) conduce infine al rifugio.
Dal Rifugio V Alpini si imbocca la bella traccia che si diparte dal retro del rifugio e che in breve conduce ad un terrazzo posto dinanzi alla Vedretta dello Zebrù. Da questo punto si piega a destra (bivio segnalato in rosso, mentre a sinistra si scende al ghiacciaio per prendere la direttrice per il Passo dell'Ortles) e per cenge rocciose e detriti si mette piede sulla vedretta dello Zebrù. Si entra nella conca glaciale sottostante i dirupati versanti del Monte Zebrù e del Gran Zebrù e a ‘vista’ ci si porta alla base del canalone che da accesso alla cresta NW.
Se invece si fa base all’Albergo dei Forni (2172 m) seguire con percorso comodo ed evidente la strada a fondo naturale che conduce al Rifugio Pizzini, posto a 2734 m di quota in alta Val Cedéc. Dal Rifugio Pizzini seguire la traccia che dapprima per pascoli e poi lungo l’imponente edificio morenico (ometti segnavia) porta alla Vedretta dello Zebrù adagiata ai piedi dell’imponente versante meridionale della montagna. Raggiunto il ghiacciaio risalirlo senza alcuna difficoltà (attenzione alla presenza di alcuni crepacci) in direzione dell’evidente Colle delle Pale Rosse (3379 m) ampia sella nevosa posta tra il Gran Zebrù e le vicine Cime delle Pale Rosse. Raggiunto il passo, vallicarlo e portarsi sul versante opposto mettendo piede sulla Vedretta della Miniera, oltrepassare l’ampia conoide nevosa posta alla base del canalone WSW e travesare verso W il ghiacciaio in direzione del Passo della Miniera (3353 m) e dell’omonima e vicina cima. Portarsi sulla verticale del Passo della Miniera ed in breve per neve o sfasciumi (attenzione ai molti sassi mobili) raggiungere il colle. Se innevato, si può scendere direttamente il ripido versante opposto e calare in breve sulla Vedretta dello Zebrù (circa 150 m a 45°); in caso contrario è necessario risalire per facile cresta alla Cima della Miniera (3402 m) e da lì per sempre per cresta scendere al colletto nevoso posto tra la Cima della Miniera ed il Picco V Alpini. Messo piede sulla Vedretta dello Zebrù in breve si è alla base dell’ampio canalone nevoso/detritico (3200 m circa) che da accesso al al Passo di Solda (3427 m). Si risale il canalone per circa 200 m di dislivello sino al colle stesso (40°, attenzione alla caduta di sassi), se in buone condizioni di innevamento, giunti verso il termine del canale, si piega a destra, lasciando il colle alla propria sinistra per raggiungere la cresta a circa 3500 m di quota. Si prosegue quindi lungo la cresta, qui ripida e poco definita, scalando facili rocce molto sfaldate ed instabili (II). Mantenersi di preferenza sul filo di cresta dove la roccia è più solida e scalare poi una placca di roccia più compatta e solida (III) e poi più oltre una placca fessurata (III+, 1 ch.); si arriva così alla spalla di Q.ta 3645. Qui la cresta si fa meno ripida ma più definita e quindi con bel percorso essenzialmente nevoso e non particolarmente impegnativo si raggiunge il Mitscherkopf (3752 m) dove si innesta la cresta su cui si sviluppa l’itinerario della Langer Suldengrat proveniente dal versante settentrionale. Ora la cresta seppur sempre poco ripida si fa più esile ed aerea ed obbliga in un paio di punti ad aggirare sulla propria destra (lato valtellinese) altrettanti gendarmi rocciosi con dei ripidi traversi su terreno innevato (55°/60°, condizioni variabili). L’ultima parte della cresta (all’altezza del ‘Nido d’Aquila) seppur molto scenografica è piuttosto lineare e semplice e solo poco prima della vetta un ultimo ripido ma breve pendio nevoso (50°) oppone qualche difficoltà. La cresta termine sull’anticima W ed in breve si è alla vetta principale ed alla croce.
La discesa avviene lungo la via normale per il versante SE con rientro al Rifugio Pizzini.
Valutazione itinerario Ottimo
Commento La Suldengrat è senza dubbio una delle più belle vie di cresta delle Alpi Retiche ed è probabilmente l’itinerario più elegante per salire sul Köenig Spitze. La cresta NW, se dal Passo di Solda si inalza ripida e poco definita, oltre la Q.ta 3645 diviene una magnifica ed aerea cresta nevosa che appare sospesa tra il roccioso versante SW ed il glaciale versante di Solda. L’itinerario qui proposto e che si diparte dal Passo di Solda viene anche indicato come Kurzer Suldengrat in contrapposizione alla Langer Suldengrat che si sviluppa sul versante N e che attraverso il Mitscherkopf si ricongiunge poi in corrispondenza della Q.ta 3752 alla cresta NW.
La salita è consigliabile ad inizio stagione quando la cresta ma soprattutto il canalone di accesso al Passo di Solda sono ancora ben innevati; prestare attenzione alle grosse cornici presenti in caso di innevamento abbondante.
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