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   Cima Prudenzini, dalla cresta NE, discesa dalla cresta SW e il passo Miller
Zona  Lombardia - Adamello
Partenza  Sonico - Ponte del Guat (M.ga Premassone) (1580m)
Quota attacco  2960 m
Quota arrivo  3018 m
Dislivello  400 m
Difficoltà  AD / IV+ ( IV obbl. )
Esposizione  Nord-Est
Rifugio di appoggio  Premassone, Gnutti
Attrezzatura consigliata  Serie di friends, molti cordini e fettucce, 2 mezze corde da 30 (per le doppie da 30m)
Orario indicativo 3h e 45' attacco; 2h e 15' cresta; 4h e 15' discesa totale
Periodo consigliato Estate
Descrizione Da Ponte del Guat (oppure dalla Malga Premassone, risparmiando 20 minuti di cammino ma parcheggio a pagamento) seguire il sentiero per il rif. Gnutti, prima su stradina cementata, poi sentierino semipianeggiante e poi le faticose “scale del Miller”. Un ultimo tratto di sentiero su dolci pendenze conducono al rifugio (m 2166, 2h).
Dal rifugio seguire l’Alta via dell’Adamello (n. 1), verso il Passo Miller. Superato il torrente Remulo, si comincia a risalire il costone sx della valle. Dopo circa 1h, giunti ad una zona caratterizzata da grandi placche adagiate (ca. q. 2550m), si lascia il sentiero e si traversa decisamente a sx, mettendo così piede nell’ampia conca detritica (possibilità di trovare ancora neve a inizio stagione). Risalire interamente il ripido vallone, su pietroni spesso scomodi e faticosi, puntando all’evidente Bocchetta Remulo (2958m, 2h dal rifugio).
Dalla bocchetta risalire subito il primo netto risalto (IV); poi scendere dal lato opposto e, con altri diversi saliscendi, raggiungere un intaglio. Poco dopo si distingue chiaramente un caratteristico monolite a forma di becco. Lo si può aggirare a dx (III) oppure superare direttamente per impegnativa fessura (V, ottime possibilità di proteggersi con friends). Proseguire poi lungo il filo di cresta senza grandi difficoltà, a parte l’esposizione e qualche tratto aereo, fino a un intaglio. Superarlo e risalire un successivo bel diedro sul versante Miller (dx, cuneo di legno con cordino), e scendere quindi ad un altro intaglio (cordone giallo su un masso). Superare il salto fessurato subito sopra la sosta (IV+) e proseguire con percorso aereo fino ad un caratteristico monolite a forma di uovo. Lo si può superare direttamente (V, molto impegnativo e non proteggibile, oltre alla roccia lichenosa) per poi abbassarsi, oppure aggirarlo sul versante Miller (IV). Quindi continuare per un tratto di cresta molto aereo se si sta sul filo (IV+) oppure si può traversare sul versante iller (III/IV) fino agli ultimi blocchi/placche, che senza particolari difficoltà portano all’ometto posta sulla cima.

DISCESA: La discesa si svolge sul versante orientale (Val Salarno), richiede molta attenzione e non è sempre di semplice individuazione (è consigliato mantenere l’uso della corda). Scendere per un tratto a ritroso dalla cresta, poi continuare lungo la cresta SW tra placche, brevi diedri e saliscendi, fino al bordo di un profondo canalone-colatoio che solca il versante della montagna (N.B. Poco sotto la cima, è presente un cordone per un'eventuale calata di 30m, da dove poi si può risalire brevemente verso la cresta). Giunti allo sbocco con passi delicati (II), raggiungerne il bordo dx e poi scendere con molta attenzione il ripido ciglio erboso fino a raggiungere il salto finale del pendio. Traversare a sx nel canalone e poi fare una calata (cordone) che permette di raggiungerne la base (III se si disarrampica). Proseguire poi scendendo dal franoso colatoio fino all’ultimo ripido saldo che permette di raggiungere i ghiaioni inferiori, tramite una calata di 25m (cordone incastrato), un po’ difficile da raggiungere perché si disarrampica da una ripida placca piuttosto liscia. Dopo la doppia, si traversa a dx per andare a prendere il sentiero che sale dalla Val Salarno e con una breve salita si raggiunge il Passo Miller. Seguendo i numerosissimi bolli bianco/rossi, si scende quindi dal sentiero n. 1 che riporta al rif. Gnutti e quindi alla partenza.
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento  Primi salitori: Gallotti-Sicola, 19 settembre 1941.
Lunga cresta quasi orizzontale, caratterizzata da tre distinte elevazioni e da numerosi brevi saliscendi e torrioni più o meno alti da superare. Le difficoltà sono quasi sempre sul III/IV, max IV+, se si aggirano le due difficoltà maggiori di V per superare 2 impegnativi torrioni. Diversi sono i tratti aerei ed esposti e la roccia è quasi sempre buona/ottima, purtroppo però spessp disturbata dalla presenza di licheni (sconsigliata quindi con tempo umido).
Il concatenamento cresta NE+discesa dalla cresta SW costituisce una bellissima e panoramica traversata, da non sottovalutare soprattutto per la continua ricerca del percorso migliore, così come la discesa. Lungo la cresta non è presente nessuna protezione se non un cuneo di legno con cordino e un cordone poco dopo, a tre quarti di cresta, ma offre numerose possibilità di proteggersi.

FOTO 1: Dal rif. Gnutti si vede tutto il percorso e la cresta NE della Cima Prudenzini. La discesa si svolge per un breve tratto dalla cresta di dx (SW) e poi sul versante opposto (Val Salarno), risalendo poi al Passo Miller.
FOTO 2: Dalla Bocchetta Remulo, l'attacco della cresta.
FOTO 3: Durante la traversata in cresta.
Itinerario visto  47315 volte
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08/07/2023  -  Cima Prudenzini, dalla cresta NE, discesa dalla cresta SW e il passo Miller, di Fedora